Far diminuire di soli 2°C la temperatura della Terra è un obiettivo che riguarda tutti noi. Dai micro comportamenti del singolo alle più ampie scelte internazionali, l’unica alternativa alla morte certa del nostro pianeta è la presa di coscienza e, quindi, sapere che cosa è giusto fare per difenderlo.
Le strategie devono essere globali come l’uso di energie rinnovabili, il riciclaggio, la costruzione di impianti industriali a bassa produzione di anidride carbonica, ed anche gesti semplici, come la nostra scelta degli alimenti da portare in tavola.
Tutto ha un impatto sul nostro mondo – la continua “crescita” di alimenti a bassissimo costo con altrettanto bassa qualità nutrizionale, alimenti senza grassi o zuccheri, con più fibre, con meno sodio, con meno colesterolo, con più vitamine, con più proteine, dimagranti ed integratori – e ciò che possiamo fare è cercare di modificare dal basso l’impostazione industriale che oggi ha il mondo dell’agricoltura e degli allevamenti.
Se ogni singola persona scegliesse alimenti climate-smart e cioè sostenibili, le scelte di produzione non verrebbero più calibrate su concetti di efficienza, iperproduzione, super-guadagno. Tale sistema aumenta le emissioni di anidride carbonica e la distruzione totale della natura (a livello planetario). Se fossimo in grado di capire e quindi consapevoli di quanto le nostre azioni influenzino il mercato, diremmo no ad alimenti processati industrialmente, a prodotti esteri (dove i trasporti alimentano ulteriormente le emissioni), ed eviteremmo anche gli sprechi alimentari.
Questo è uno dei miei obiettivi non solo come uomo e padre, ma anche come professionista della nutrizione: informare sulle possibilità ed educare a comportamenti consapevoli innanzitutto verso se stessi. Nel mio ambito professionale, creo Piani Alimentari che mettano il più possibile al centro l’Etica e la Sostenibilità e in tal senso consiglio sempre alimenti a scarso impatto ambientale.
L’alimentazione Mediterranea è una scelta Etica che si basa su un’agricoltura sostenibile, stagionale e molto varia in modo da garantire la bio-diversità, cosa ben lontana dallo scegliere soltanto melanzane, zucchine o addirittura lattughino in busta. Anche la tipologia delle carni che suggerisco ricadono spesso su specie minori di alto pregio nutritivo ma di basso impatto ambientale (come caprini ed ovini, conigli, quaglie) preferendoli a salumi, insaccati e formaggi stagionati che accrescono gli allevamenti intensivi ed il cambiamento climatico.
Anche GreenPeace (di cui avete la tabella), con una guida interessante e semplice al contempo, ci aiuta ad esempio nella scelta e nel consumo sostenibile del pesce, alimento che dovrà essere vario e stagionale. Basta conoscere le alternative e dire no a: tonno rosso, salmone, merluzzo e gamberoni.
Questa sfida ambientale, in realtà, è una chance, un’opportunità per far bene. Anche nel settore della ristorazione, i titolari di locali di vario tipo potrebbero fornirci delle risposte concrete e dare l’esempio prediligendo scelte sostenibili ed evitando gli sprechi in cucina.
L’unica cultura vincente è quella che nasce dalla collaborazione tra le Scienze Naturali e quelle Sociali poiché “nessun uomo è un’isola, completo in se stesso…”.