Da circa due decenni si registra un aumento (ipotetico) di casi di sensibilità al nichel. Ipotetico perché non bisogna mai sottovalutare che proprio nell’ultimo ventennio si sono affinati gli strumenti diagnostici e l’attenzione dei professionisti verso questa tipologia di problematica che, quindi, viene diagnosticata con più facilità rispetto al passato. Certo, al di là di soluzioni serie, non sono mancati i tentativi anche fallaci: dai vaccini, alle creme, agli integratori e persino la “bufala” delle pillole chelanti (zeolite).
Il nichel è un metallo presente anche negli alimenti ed è un’importante causa di allergie. Attraverso uno specifico esame – il Patch Test per il Nichel – è possibile valutare la propia sensibilità.
In realtà non esiste una cura vera e propria per l’allergia al nichel: l’unico modo per sfuggire ai sintomi è evitare il contatto prolungato con oggetti formulati con nichel (bracciali, orecchini, gioielli, montature degli occhiali, cerniere, ecc.). Infatti, una volta sviluppata la sensibilità al nichel, i sintomi dell’allergia compaiono sempre più velocemente, con eruzioni cutanee di intensità variabile. In genere, dopo un’esposizione al nichel, i sintomi permangono per alcune settimane. L’eruzione
Ed è qui che interviene, in positivo, una corretta alimentazione: è proprio a tavola che possiamo gestire al meglio questa situazione adottando delle procedure di preparazione, somministrazione e scelta dei cibi adeguati al nostro problema allergico. Nel caso in cui il malessere giunga a compromettere seriamente la qualità della vita, si può ricorrere ad un trattamento iposensibilizzante da assumere per via orale che può facilitare una graduale reintroduzione di alimenti contenenti nichel. Bisogna però fare sempre molta attenzione poiché, purtroppo, non funziona con tutti, ed in ogni caso sono necessari dei protocolli alimentari specifici.
Un suggerimento quanto mai ovvio non solo per gli amanti della campagna è il rispetto della stagionalità degli alimenti. Le primizie di frutti od ortaggi, cioè che maturano per primi o sono spinti a farlo per assicurasi maggiore guadagno, in questo caso, e non solo con l’allergia al nichel, le primizie sono vietatissime. La concentrazione di nichel nei vegetali è maggiore in primavera ed autunno e dimezza durante l’estate. Per questo bisogna rifarsi alle classiche stagioni della cultura contadina e scegliere gli alimenti maturi, di piena stagione, meglio se tardizie. Pensiamo al pomodoro: quando viene consumato in piena o a fine estate esso in parte viene tollerato, ma lo stesso, rifatto nel fuori stagione, provoca indigesti e lesioni cutanee.
La qualità alimentare ripaga sempre ! Spesso, a seguito di ricerche fatte sul Web si trovano elenchi di alimenti vietati contrastanti tra loro e che possono confondere. Ciò è dovuto alla diversa composizione chimica dei terreni dove sono stati coltivati, alla vicinanza di impianti industriali, ai possibili trattamenti subiti, alle diverse cultivar oppure alle diverse stagionalità. Quindi per sapere che cosa davvero può essere consumato da chi presenta un’allergia a tale elemento, bisogna seguire i consigli di un esperto dell’alimentazione che abbia studi e preparazione adeguati, orientati al benessere e all’equilibrio generale del corpo umano.
Un altro esempio riguarda il pane, alimento principe della cultura Alimentare Mediterranea, che dovrà essere rigorosamente a lievitazione naturale con lievito madre. Invece bisogna abbandonare l’idea di cioccolato, alimenti integrali, quelli contenenti additivi o processati industrialmente, ed i grassi industriali.
In qualità di esperto, suggerisco vivamente di adottare Piani Alimentari rotativi dove saranno inseriti anche quegli alimenti da consumare con parsimonia, in modo da mantenere così un basso livello di nichel, e la varietà del piano eviterà la stanchezza legata ad una dieta monotona.