Il 2020 è un anno negativo anche per l’olio di oliva; la produzione crolla specie in Sicilia, di conseguenza occhio alle contraffazioni.
La Coldiretti ha annunciato, infatti, un calo nazionale della produzione di #olio del 22% che in Sicilia sfiora il 50%.
Questo potrebbe esporre i consumatori a eventuali contraffazioni alimentari.
Parlo ad esempio di provenienza; quando le olive provengono dall’estero (poi molate in #Italia), la coltivazione delle stesse non segue i rigidi #protocolli italiani garanzia di qualità dell’alimento.
Parlo di varietà: noi abbiamo una moltitudine di #cultivar tipici del nostro territorio, ma che all’estero non si trova.
Un altra modalità di adulterazione potrebbe riguardare l’olio vecchio “rinfrescato” con frazioni di quello nuovo; tale mix risulta molto difficile da individuare (poiché varie sono le percentuali miscelate). A volte vengono usati anche tagli di olio di sansa. La difficoltà è insita persino nell’olio fresco: se questo presenta sentori molto intensi, è più facile che esso camuffi l’olio vecchio “inserito” in modiche percentuali.
Bisogna quindi alzare il livello di attenzione e comprare da fornitori seri e di fiducia o da produttori conosciuti.
Infine quando si acquista olio sfuso al frantoio, questo deve essere venduto in latte sigillate da 5 Kg e accompagnato da “fattura di vendita” nella quale si dichiara l’origine delle olive (ovviamente con origine ITALIA). Il molitore (frantoio) compra le olive con fattura e dichiara l’origine alla SIAN (Sistema Informatico Agricolo Nazionale), che ne tiene la tracciabilità.
Questo per garantire un olio di buona fattura che, se conservato bene, mantiene ottime caratteristiche per almeno 3 anni.